Galleria
L' Isola non Trovata XI
1997
Olio, juta, frammenti di specchio e pietruzze su tela cm. 40x50
G. M. XXII
L' Isola non Trovata XX
olio, juta, cartoncino rigido
pietruzze e frammenti di specchio
L' Isola non Trovata
cm. 110x84
100
1991
olio, juta, pietruzze, frammenti di specchio su tela cm. 80x120
200
anno 94 cm.83x123
C gm Acr Giallo
99 cm.30x40
FUORI TESTA
olio e vinavil su tela
88 cm. 50x40
G. M. X
cm. 70x50
anno 90 cm. 80x120
L ' Isola non Trovata VII
anno 94
olio juta frammenti di specchio
su tavola cm 46x37x3
cm 70x100
G. M. XIV
MAURIZIO SACCHINI
olio su tela, 50x70 cm, anno 1990
Flash II
Il Maestro Maurizio Sacchini è nato ad Ancarano, in provincia di Teramo. Fin dagli studi superiori entra nel vivo del mondo dell'arte nel corso della sua carriera si è dedicato ad affinare il proprio linguaggio espressivo attraverso due medium: la pittura a la fotografia Per quest'edizione dell'Esposizione Triennale di Arti Visive a Roma Sacchini porta in mostra un olio su tela del 1990 dal titolo Flash II.
Da un primo impatto con l'opera scaturisce subito il ricordo futurista come possibile riferimento dell'autore, in particolar modo si devono andare a riprendere alcune tappe di quel momento di dialogo e travaso di radici divisioniste entro i primi sviluppi della temperie avanguardistica. Per l'ambito tematico di appartenenza, questa luce che diviene protagonista assoluta dell'immagine non può che far pensare alla Lampada ad Arco di Giacomo Balla, dove il soggetto artificiale supera in valore la controparte naturale, l'emanazione lunare. Restando nello stesso periodo, sotto l'aspetto stilistico torna in mente il quadro di Luigi Russolo Profumo, in cui vortici lineari effondono sulla tela la sensazione sinestetica, rendendone visivamente il carattere pervasivo. Sacchini riprende l'ampiezza di stesura, l'espressione pittorica del secondo, e nel caso specifico la utilizza per creare un fiore di luce, che dai raggi centrali di un chiarore astrale si espande con i "petali" caratterizzati attraverso eleganti sfumature violacee, densi e ondulati in modo da rispondersi in un certo equilibrio delle parti. Ogni genere di rigidezza è scongiurato tramite lo slittamento del nucleo rispetto al centro del quadro, e il valore asimmetrico delle espansioni che ne consegue. II Flash diviene un organismo che riempie l'oscurità della tela con le sue estroflessioni, si dirama in maniera centrifuga lungo tutto la spazio a disposizione.
Lo spettatore, ponendosi davanti ad esso, si trova ad affrontarlo come soggetto di un dialogo alla pari; nell'approfondirsi dell'analisi,
però, si accorge di quanto il carattere universale della raffigurazione minacci di soverchiarlo. L'occhio centrale non è semplicemente il cuore di un fiore, ma vi assolve il carattere di stella madre dalle cui reazioni, maggiori di molti ordini di grandezza rispetto alle possibilità umane, dipartono le propulsioni di una galassia in espansione, giovane, fresca, carica di energia. Tutto questo si spiega ancora meglio contestualizzando l'opera in quanto tappa di un ciclo, oltretutto modalità di lavoro tipica del Nostro autore. Negli altri quadri della serie il Maestro ha inserito globi planetari, squarci che aprono su panorami astrali, schegge e spruzzi di energie di cui si è infranto il fluire. Flash Il è quindi parte di un racconto cosmico che si snoda nelle tele che ne compongono i molteplici momenti. Con tale opera, ci si ritrova allo stadio nel quale le componenti non hanno ancora preso forma, dove l'energia primordiale è "sbocciata" segnando il campo informe in cul abiteranno i suoi futuri sviluppi. Così l'astrazione Sacchini deve essere vista per il proprio carattere costruttivo, per l'appartenenza a una temporalità, di creazione e di lettura, che travalica la singola tela, donando all'osservatore immagini momentanee di una febbrile e pulsante attività di ricerca.
Commissione scientifica START.